Abside e altare maggiore

La zona absidale, una delle parti più significative del progetto di Luigi Vanvitelli (1700-1773), è caratterizzata da un edicola delimita da due colonne di ordine corinzio mentre il catino presenta una decorazione in stucco a lacunari. La trabeazione che corre lungo l’emiciclo è interrotta dall’edicola centrale, sul cui timpano lo scultore di formazione vanvitelliana Gaetano Salomone (not. dal 1781 al 1790) dispone alcuni angeli che reggono una raggiera dorata con al centro la scritta “Ave Gratia Plena”, mentre ai lati siedono la Fede e la Castità. Il dipinto d’altare raffigurante l’Annunciazione fu eseguito da Francesco De Mura (1692-1782) entro il 1761, assieme alle tele della crociera.

Nella zona presbiteriale è collocato il pregiato coro ligneo con le cantorie. L’altare in marmo e lapislazzuli, è completato da due coppie di corpulenti putti reggi mensola scolpiti da Giuseppe Picano. Al centro del pavimento un’epigrafe ricorda la sepoltura della regina Giovanna II d’Angiò Durazzo morta nel 1435 e seppellita, per sua volontà, dinanzi l’altare dell’Annunziata. Ai lati dell’abside sono visibili: a sinistra, un Sant’Antonio Abate documentato al 1781 del poco noto artista Vincenzo Lambiase; a destra, una Pietà copia seicentesca di un dipinto firmato e datato 1634 realizzato dallo spagnolo Jusepe Ribera per il retablo del convento agostiniano di Salamanca.

Giuseppe Picano, Altare Maggiore, part.