La chiesa
La zona dove sorse il grande complesso dell’Annunziata era situata in prossimità dell’antica cinta muraria di Neapolis dove sorgevano i Bagni Pubblici o Terme; l’area venne poi, probabilmente, destinata ad ospitare il Ginnasio e l’Efebeo per lo svolgimenti di giochi ginnici.
La primitiva chiesa, sorta all’inizio del XIV secolo, forse per volontà di due cavalieri del seggio di Capuana, Niccolò e Giacomo Scondito, era collocata in una zona prossima all’attuale ospedale pediatrico dove vennero rinvenuti frammenti di affreschi tardo trecenteschi della scuola di Roberto d’Oderisio, raffiguranti San Michele Arcangelo, Il coro delle dominazioni e Angeli, staccati per motivi di conservazione negli anni ’70 del XX secolo e attualmente ubicati nel Museo Civico di Castel Nuovo che raccoglie numerose altre opere provenienti dall’Annunziata.
Poche sono le testimonianze della chiesa trecentesca costruita per volontà della regina Sancia. Molto vasta invece, è la documentazione relativa alla completa riedificazione avvenuta a partire dal 1513 quando si progettò una chiesa nuova destinata ad accogliere la moltitudine di fedeli che frequentavano la celebre istituzione. Nel 1540 intervenne l’architetto Ferdinando Manlio ( ? 1570) e, con ogni probabilità, a partire dalla seconda metà del XVI secolo si avviò quella imponente attività decorativa che vide l’impegno dei più importanti artisti attivi nel Regno di Napoli. Risale alla stessa epoca anche l’imponente campanile finanziato dal barone Troiano di Somma che fece apporre i suoi stemmi sulla facciata. La chiesa presentava un corredo ricchissimo ospitando fastosi sepolcri marmorei dei Carafa, dei Caracciolo e di altre importanti famiglie gentilizie della città. Di questa complessa decorazione, celebrata dalle fonti, resta purtroppo pochissimo. Nel 1757, infatti, un devastante incendio distrusse la Chiesa, uno dei grandi capolavori del Cinquecento napoletano; scamparono alla furia delle fiamme solo gli ambienti collocati al di fuori della grande navata: la sacrestia, la cappella del Tesoro e la cappella Carafa. Si aprì così una nuova fase che vide il coinvolgimento del grande architetto Luigi Vanvitelli in quegli anni impegnato presso la corte di Carlo di Borbone (1734-1759) nella realizzazione della Reggia di Caserta.
Vanvitelli non poté sovrintendere alla complessiva realizzazione della chiesa che venne infatti completata dal figlio Carlo a cui si devono la cupola e la facciata terminate nel 1782, dopo la consacrazione della chiesa avvenuta nel giugno del 1774.