Lettera aperta del parroco
Malpasso ieri, oggi e … domani!!!
Il complesso dell’Annunziata vittima dell’incuria e della disattenzione delle istituzioni locali.
“Ecco il più grande monumento di religione e carità de’ padri nostri. Innanzi di descriverlo notiamo come tutto questo spazio compreso dall’Annunziata, la Maddalena, l’Egiziaca e la contrada dei Caserta restava fino al sec. XVI fuori le mura di Napoli, e come qui diceasi il Malpasso, poiché essendo il luogo ingombro delle ruine di molti antichi edifici, queste servivano di ritrovo ai clandestini amorazzi della plebe, egualmente che ai ladri per gettarsi su qualche mal arrivato passeggiere”. (Gennaro Aspreno Galante)
Facendosi una passeggiata nel complesso dell’Annunziata si ha chiara la sensazione che quanto descritto dal Galante nella Guida Sacra della città di Napoli del 1872 sia tuttora tristemente attuale.
Siamo vittime come abitanti del quartiere di una incuria diventata SCANDALOSA.
Lo spazio circostante della Basilica Vanvitelliana, che presenta nel suo interno un ambito del ‘500 nonché un reperto della prima fondazione dell’Annunziata del ‘300, è un pullulare di topi e spazzatura, che rende difficilissimo il passaggio dei pedoni, già provati da una continua sosta selvaggia delle auto. Le stesse difficoltà sono condivise dagli amanti della bicicletta che con difficoltà possono usufruire della pista ciclabile, diligentemente segnata circa due anni fa, e nel frattempo utilizzata soprattutto di giorno dai roditori sopracitati (forse bisognava mettere la loro sagoma).
Invito ora a fare una passeggiata negli spazi oggetto di queste segnalazioni.
Prima di entrare nel monumento, nello spazio sottostante il campanile si scorge una situazione di assoluto disordine reso “angosciante” dalla chiusura dell’ingresso alla famosissima Ruota degli Esposti causato dal distacco di alcuni calcinacci dal campanile verificatosi in data 1.12.2013.
Con un comunicato URGENTE del 2.12.2013 la Dirigente del Servizio Patrimonio Artistico e Beni Culturali dott.ssa Silvana Dello Russo chiedeva agli uffici coinvolti (Servizio Programma Unesco e Valorizzazione della città Storica e alla Municipalità II Servizio Attività Tecniche) di “intervenire urgentemente, per quanto di rispettiva competenza al fine di verificare e rimuovere le cause del grave inconveniente segnalato”. La chiusura in questi anni di quell’ingresso ha compromesso la visita ad un monumento che ha segnato la storia di carità della nostra città.
La comunità attende una risposta a tale disattenzione.
Continuando la visita al monumento si entra all’interno della Basilica.
Il 22 aprile 2012, a causa delle continue infiltrazioni d’acqua derivanti dalla mancata impermeabilizzazione della cupola, si verifica il distaccamento di alcuni stucchi. Questo mette la comunità in condizione di provvedere tempestivamente allo spostamento dell’altare al centro dell’aula liturgica per interdire l’accesso all’area “colpita” dal crollo.
Premesso che nel frattempo la cupola è stata ingabbiata per ben cinque anni da una impalcatura colossale senza che venissero fatti i lavori già allora previsti, il cui smontaggio si rese necessario perché motivo di danneggiamento della struttura stessa.
Il 23 aprile 2015 finalmente arriva la notizia tanto attesa: dalla Direzione Centrale Pianificazione e gestione del territorio – sito UNESCO a firma dell’arch. Luca D’Angelo, un documento recita “Codesto Provveditorato, con una nota prot. 13238 del 16 aprile 2015 ha comunicato l’aggiudicazione definitiva della gara per l’affidamento dei lavori in oggetto che comprendono anche interventi sulla cupola della citata basilica”. L’oggetto della comunicazione è accompagnato dalla dicitura SEGNALAZIONE EMERGENZA.
Sempre a firma del suddetto responsabile il 3 agosto del 2015, citando già quanto sopra scritto, unitamente al nome del Consorzio Stabile vincitore della gara, ERAGON, si ribadisce, in forza della denuncia del parroco, inerente il danneggiamento considerevole ed evidente dei pennacchi che decorano la base della cupola ad opera di Fedele Fischetti (artista del XVII sec.), che:” nell’ambito dei lavori appaltati, è prevista l’eliminazione della causa del degrado degli affreschi oggetto della segnalazione mediante il rifacimento dell’impermeabilizzazione della cupola e del terrazzo di copertura della Basilica”, pertanto si esclude un intervento all’area dei pennacchi, che nel frattempo si stanno irrimediabilmente perdendo.
La comunità attende una risposta a tale disattenzione.
Negli ultimi giorni dell’anno 2015 l’Architetto del Comune di Napoli Claudia Melella effettua un sopralluogo nella Basilica con la ditta vincitrice dell’appalto fin anche sul terrazzo della stessa per l’inaugurazione del cantiere prevista subito dopo le feste natalizie.
Sono trascorse anche quelle pasquali e telefonicamente, per iniziativa del parroco e mai per aggiornamento degli organismi competenti, si apprende che per un cavillo burocratico il procedimento è rimasto bloccato alla Regione.
Ci si chiede in che misura la quantizzazione degli interventi previsti dall’appalto aggiudicato siano rispondenti a quelli realmente da farsi alla luce dell’enorme lasso di tempo passato dalla verifica effettuata dagli organi competenti quando hanno disposto il progetto, ad oggi.
Considerando che il quadro fessurativo è notevolmente peggiorato, si presume che gli stessi interventi inizialmente previsti non saranno sufficienti per la messa in sicurezza nonché del restauro e rifunzionalizzazione del complesso. Più passa il tempo e più gli interventi diventano gravi ed invasivi.
La comunità attende una risposta a tale disattenzione.
In data 4 aprile 2016 al dott. Alessandro Fucito, assessore al Patrimonio Comunale, e all’ing. Francesco Cuccari, dirigente del PRM patrimonio comunale, il parroco manda una comunicazione avente come oggetto “Pericolo di caduta vetri dalla cupola della Basilica SS. Annunziata Maggiore”.
Con essa si denuncia la presenza sul cornicione alla base della cupola della basilica SS. Annunziata Maggiore di numerosi vetri staccatisi dai finestroni della stessa, nonché la presenza di altri che sono in procinto di cadere.
Un sopralluogo di SOMMA URGENZA per la IMMEDIATA MESSA IN SICUREZZA è dettato da un particolare non irrilevante: il versante della cupola è quello che affaccia nel cortile dell’Ospedale SS. Annunziata dove c’è l’ingresso del presidio, nonché l’accettazione del pronto soccorso, ambiente sempre affollato, soprattutto da bambini.
Il 13 aprile c’è stato, a cura di alcuni tecnici di Napoli Servizi, il sopralluogo sulla cupola, in seguito alla comunicazione sopracitata. Dai rilievi fatti si sono resi conto che ad oggi il comune non dispone di mezzi idonei per salire a quell’altezza. Quindi, non si sa come procederanno.
Infatti, da allora nessuno ci ha più contattato, compreso il sindaco, o chi per esso, a cui è stata resa nota questa “impotenza” lo scorso venerdì (22 aprile).
La comunità attende una risposta a tale disattenzione.
Le domande sono davvero tante a coloro che continuano a trattare questo quartiere come la “cenerentola” della città, vista ora come una realtà da coccolare non perché patrimonio di arte e cultura, ma perché bacino di voti da destinare a chi del “bene comune” se ne interessa poco o nulla, tradendo la vocazione originaria di un agire “politico” di sostanza e non di apparenza.
I documenti sopra citati sono in mio possesso a disposizione di chi vorrà visionarli per verificare la veridicità di quanto asserito.
Malpasso eravamo, malpasso siamo e (con amarezza indicibile) malpasso saremo.
Cresce la consapevolezza che se si dovesse perdere l’opportunità dell’utilizzo dei fondi del Grande Progetto Centro storico di Napoli valorizzazione del sito UNESCO la basilica per decenni continuerà a vivere in questa situazione di degrado tesa a degenerare irrimediabilmente con la perdita di un patrimonio che in altre parti costituirebbe “attrattiva” di turisti e visitatori.
“La bellezza salverà il mondo” diceva Dostoevskij, ma da noi non è così. “Questa politica distruggerà il quartiere” mi permetto dire a nome della comunità civile e religiosa in forza della mia presenza qui (da 19 anni, di cui 14 da parroco).
Napoli, 30 aprile 2016
don Gigi Calemme